Grazie Swapmuseum
Venerdì sera: tavolata con amici, fuori.
Abbiocco post cena. Testa sorretta dalla mano e dal forte ritegno che si tenta
di avere per non cadere nel sonno, davanti a tutti.
Poi arriva Alessandra, spedita e allegra
come sempre: mi sveglia, portandomi la notizia di un’iniziativa di cui non ero
a conoscenza. Lo dice a me perché sa quanto ami l’arte, in tutte le sue forme.
Lo dice a me perché sa che credo nell’ipotetica diffusione di questo amore. Lo
dice a me perché sa che mi piace conoscere.
Si tratta di Swapmuseum e a spiegarlo non ci vuole nulla, è chiaro, limpido:
consiste in te che diventi promotore dei musei della tua città con i mezzi che
più ti piacciono e che alla fine utilizzi tutti i giorni. Fotografie, social
media, scrittura di testi: è così che si diventa swapper. Puoi scegliere tu quando andare, quale attività svolgere e
alla fine del tuo percorso vieni premiato! Con un buono viaggio o in film,
musica, libri; con dei biglietti per un concerto; con un abbonamento stagionale
a teatro. Non è bellissimo?
E io, che già da tempo meditavo di
allargare i miei interessi oltre che sulla letteratura e la storia, anche
sull’arte, ho pensato fosse l’occasione giusta per farlo.
Inizio a tartassare di messaggi la
pagina Facebook Swapmuseum, richiedo
un opuscolo per e-mail e alla fine, tra le attività rimaste, scelgo quella
presso il Museo Diocesano in piazza Duomo, a Lecce. Avrei dovuto trasformare i
contenuti presenti nel sito del museo in qrcode,
ovviamente dopo una visita, accompagnata da Barbara e Delia, due delle
organizzatrici del progetto.
Ciò che subito mi è piaciuto di loro è
stata la gentilezza e la disponibilità: anche la curiosità di conoscermi,
volevano sapere tutto di me, che cosa facessi, che cosa amassi. Una calda
accoglienza.
Dopo le presentazioni siamo salite su,
con Annamaria, la guida presente nel museo: la prima sala, dai colori caldi e
tenui, esponeva opere di pittori aderenti alla scuola napoletana, come Paolo
Finoglio, Ippolito Borghese, Giulio Cesare Infantino, Paolo De Matteis e
Giandomenico Catalano. Sono presenti anche delle copie dell’Apostolado dello spagnolo Giuseppe
Ribera il cui figlio ha vissuto nei pressi di porta San Biagio. Alla fine del
corridoio, il busto di Sant’Oronzo.
Apostolado |
Poi si sale sul soppalco, dove sei
vetrine si spartiscono i preziosi paramenti liturgici e gli argenti napoletani,
tesori della Cattedrale di Lecce risalenti tra il Seicento e il Settecento.
Si riscende per andare verso la seconda
sala, a mio avviso la più bella: ci sono stata due volte ma mi auguro di tornarci
ancora per godermi al meglio il suo allestimento. É dedicata a Oronzo Tiso,
Serafino Elmo e Paolo Finoglio, artisti leccesi e come tali aventi il dovere di
essere contemplati dai loro compaesani. Quello che risalta subito all’occhio,
entrando, è la grande tela dell’Elmo, rappresentante Sant’Oronzo che riceve da Cristo il mandato di proteggere la città di
Lecce dalla peste: ora si che riscopro le mie origini.
Sant'Oronzo che riceve da Cristo il mandato di proteggere la città di Lecce dalla peste |
Durante la mia attività, ho voluto
soffermarmi principalmente su Oronzo Tiso le cui tele tessono un percorso tra le più peculiari
chiese di Lecce. Per esempio, presso il museo Diocesano troviamo le bozze de Il trasporto dell’arca santa, Natività della Vergine e Presentazione di Gesù al tempio; gli originali
sono a due passi dal Duomo, presso la Chiesa di Sant’Irene.
Presentazione di Gesù e Presentazione della Vergine |
Ho cercato infatti di non soffermarmi
alla semplice creazione dei qrcode che,
letti, rimandassero ai contenuti del sito del museo; ho voluto anche creare un
itinerario, qualcosa che non finisse lì ma che portasse il visitatore a
proseguire oltre quelle opere, alla scoperta di altre, ancora più belle,
presenti nella nostra città, che mi si è rivelata molto più ricca di aneddoti
di quei pochi che conoscevo. La presenza di un immenso tappeto di fattura
francese che Gioacchino Murat ha donato alla Cattedrale di Lecce mi ha lasciata
di stucco e mi ha convinta ancor di più che donare il proprio tempo alla
cultura ti ricompensa in un modo tale che nessun’altra attività potrebbe fare
allo stesso, stimolante, modo.
Sala B |
Dimenticavo: la biblioteca diocesana
possiede libri che, un’amante della lettura come me, non ha davvero potuto non
notare!
Etichette: arte, cultura, dipinti, lecce, museo, premi, quadri, swapmuseum, tempo
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